Blog IMPORTANTE, SCENARI ECONOMICI ITALIANI 2022-2023: COSA CAMBIA CON LA GUERRA | Paolo Ruggeri - Miglioramento personale, crescita imprenditoriale
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14/03/2022
IMPORTANTE, SCENARI ECONOMICI ITALIANI 2022-2023: COSA CAMBIA CON LA GUERRA
Lo scenario economico è molto complicato. La guerra e tutte le sanzioni messe in atto dall'Italia e dall'Unione Europea, e contro sanzioni dalla Russia, avranno un effetto molto negativo sull'economia del nostro Paese. Uno studio di Rabobank, che citerò alla fine di questo articolo, sostiene che il nostro sarà il Paese europeo a subire le conseguenze più negative. Anche se vicino a te potrebbe apparirti che nulla sia cambiato, sappi che da qui a breve ti troverai a dover prendere delle decisioni e sarà più facile farlo se, nella nebbia delle fake news e propaganda, riesci a vedere non dico gli oggetti che ti circondano ma almeno i loro contorni.

Non pretendo di possedere la verità, mi mancano molti pezzi (è difficile orientarsi davvero quando ti rendi conto che quasi tutti i mass media italiani e i politici raccontano palle e fake news da almeno due anni), ma ritengo questo scenario che descriverò piuttosto realistico. Poi se non accadrà e sarò sconfessato dai fatti sarò molto contento:

1) L'economia del nostro Paese sta vivendo un momento di "euforia da zuccheri" come quando dopo che ti sei mangiato due o tre paste ti senti bello carico e pimpante. Questa euforia è causata da tutti i crediti d'imposta, dalla ripresa dei consumi a causa della fine dei lockdown e da una ripresa che c'è stata ed ha trainato il Paese. Inoltre, come abbiamo ripetuto più volte, non ci sono mai stati così tanti soldi come ora sui conti correnti degli italiani. Bella storia.

Questa euforia da zuccheri però durerà ancora poco e, nel corso del 2022, rallenterà come una pallottola sparata nell'acqua. Mi aspetto che il PIL del Paese, che ora sta ancora correndo, rallenterà nel corso dell'anno al punto che per l'anno 2022 farà zero crescita o addirittura potrebbe essere in calo, anche se lieve.

I problemi, infatti, saranno parecchi:

a. Mi aspetto che le difficoltà di approvvigionamento, l'inflazione, i costi dell'energia, la distruzione della supply chain, finirà per causare a TUTTE le aziende un aumento dei costi del 20%, fatta eccezione per i costi del personale (che paradossalmente non aumenteranno di molto in quanto le aziende non potranno permetterselo). L'inflazione correrà per tutto l'anno superiore al 5%, i prezzi e i costi dell'energia staranno alti. Ci saranno misure implementate dal governo per limitare l'uso dei carburanti o di energia e l'utilizzo di materie prime ritenute scarse e di difficile approvvigionamento.

I prezzi al consumo saranno più alti ma non ci sarà un aumento dei salari. Le aziende - che potrebbero vedersi limitare la produzione da parte di decreti governativi per risparmiare l'energia - molto probabilmente non saranno in grado di permetterseli.

L'effetto di tutte queste forze sarà che, avendo costi più alti, le aziende dovranno o alzare i prezzi (correndo il rischio così di ridurre la domanda da parte dei consumatori) o assorbire i maggiori costi riducendo gli investimenti (e contribuendo quindi ad un ciclo depressivo).

2) Se nel 2022 in parte riusciremo ancora a cavarcela per l'eccesso di zuccheri nel sangue, nel 2023 mi aspetto (e così anche Rabobank) un PIL italiano da negativo (meno 1%)fino a molto negativo. Rabobank si aspetta un -3,5% per il nostro Paese. Forse alcune aziende potranno cavarsela comunque a causa delle grandi giacenze sui conti correnti delle famiglie italiane (si potranno sempre infatti trovare clienti danarosi disposti a investire a fronte di un grande vantaggio). Il Paese nel 2023 affronterà una pesante recessione.

3) Lo scenario in cui ci troveremo a competere - sperando che non degeneri in uno scenario di guerra che chiaramente sarebbe ancora più grave - includerà:

- Ci saranno misure di supporto da parte dei governi per i costi dell'energia e per il supporto alimentare (sì, perché se i prezzi delle materie prime alimentari non si fermano, si tornerà anche a provare un po' di fame).

- Verranno varati dai governi e dall'Europa incentivi per la produzione di energia e in particolare per solare, eolico e fotovoltaico.

-Come abbiamo già detto è molto probabile che vengano varate misure per limitare l'uso di carburanti ed energie. Il prezzo dell'energia è destinato a rimanere alto fino a quando il conflitto non si sarà risolto. Diverse aziende chiuderanno o limiteranno la produzione in quanto non riusciranno più a rimanere competitive. Sta già succedendo. Nelle prossime settimane se la UE non interviene accadrà ancora più spesso.

- Ogni attività che aiuta a risparmiare energia riscontrerà grande interesse o successo.

- Molte merci cinesi raggiungevano l'Europa tramite i collegamenti ferroviari russi. Questi sono stati fermati dalle sanzioni. Ottenere prodotti dalla Cina diventerà ancora più costoso e logisticamente complicato.

- Il prezzo del grano salirà ancora e, se il conflitto russo -ucraino dovesse prolungarsi oltre luglio, accadrà che probabilmente i contadini ucraini non potranno raccogliere il grano (o fare la nuova semina). Le conseguenze in quel caso sarebbero che il prezzo del grano potrebbe raggiungere livelli davvero elevati. In quel caso molti terreni nel mondo verrebbero dedicati a questa coltura destinata al consumo umano con la conseguenza di un netto calo di produzione dei mangimi per animali. Questa conseguenza a sua volta si farebbe sentire per tutti gli allevatori e il settore agroalimentare (il prezzo dei mangimi aumenta o, semplicemente, i mangimi non si trovano). Aspettiamoci nuove "primavere arabe" e rivolte a causa del costo del cibo nel Nord Africa e, forse, in Turchia.

- Penso che diverse aziende dell'automotive potrebbero cancellare gli ordini in quanto, avendo carenza di componentistica (molta è prodotta in Ucraina, altra viene dall'oriente), potrebbero dover rallentare la produzione.

- Se Dubai continuerà a rimanere ferma sulla sua posizione di non mettere sanzioni alla Russia o ai correntisti Russi, di fatto potrebbe diventare la nuova Svizzera del mondo e molti dei capitali cinesi, russi o asiatici essere attratti in quel Paese.

- Turismo: aspettarsi zero visite di cinesi, brasiliani, asiatici, russi nel nostro Paese almeno per un paio di anni. Calo fortissimo delle commesse per il settore della nautica. I "nuovi ricchi" non saranno più così desiderosi di fare affari con noi.

- Industria della moda e del lusso: aspettiamoci che il mercato cinese, indiano e russo progressivamente vadano staccandosi creando e promuovendo alternative locali ai nostri eccellenti prodotti. Insomma, per il nostro Paese, ci saranno diversi passi indietro, e li sentiremo.

4) Nei prossimi dieci anni il denaro perderà almeno il 50% del valore. Alcuni si proteggeranno comprando oro, altri investendo in aziende, altri ancora in proprietà, fatto sta che vedremo un calo del valore di quello che possediamo sui nostri conti correnti. Calcolala come una tassa di guerra. Non so dirti ora dove investire per proteggerti perché non è il mio lavoro. Dall'altra parte ti dico che un po' di denaro liquido è sempre meglio averlo nel caso in cui lo scenario diventasse davvero quello di una guerra.

5) Ovviamente tutto questo potrebbe terminare nel caso in cui le ostilità terminassero e Nato e Russia (i veri contendenti in questo conflitto) stilassero un vero trattato di pace. Ho però paura che il genio ormai sia uscito dalla lampada e perché questo avvenga dovremo aspettare un po'.
Se lo scenario invece degenerasse in una guerra aperta della Nato contro la Russia (e non una guerra per interposta persona usando l'Ucraina), beh, in quel caso potremmo aspettarci cali del PIL molto più significativi e, piuttosto che pensare a mettere in salvo le aziende, dovremo pensare a mettere in salvo la vita.

6) Veniamo quindi a quello che secondo me potrebbero o dovrebbero fare le aziende, già da oggi:

a. Fare un piano di contingenza, uno stress test, per il 2022 con costi (tutto tranne le risorse umane) superiori del 20%: come impatterebbe questo sull'economia dell'azienda? Come ci muoviamo di conseguenza? Alziamo i prezzi? Riduciamo i volumi?

b. Immaginare il costo dell'energia con prezzi superiori ai 300 euro per megawatt-ora o con i costi del carburante stabilmente intorno ai 2,5 euro o, addirittura, intorno ai 3 euro. A quelle condizioni conviene ancora produrre, e come? (vi ricordo la diretta, molto importante, di venerdì prossimo con Paolo Paglierani di energika su come ridurre i costi dell'energia).

c. Ripensare il proprio ciclo produttivo, e quello dei propri clienti: come verrà impattato dalla difficoltà di approvvigionamento, dal maggior costo dell'energia, da possibili aumenti DRASTICI subiti dalle loro materie prime? E' ipotizzabile che alcuni dei nostri contratti o alcune delle nostre forniture di oggi saltino? I nostri clienti ci saranno ancora? Avranno difficoltà a pagare? Identifica tutte queste situazioni.
I clienti della nostra azienda, se ci rivolgiamo ai privati, potrebbero essere dipendenti soggetti a CIG nella loro impresa, riducendo quindi la loro capacità di spesa?

d. E' ipotizzabile che la nostra possa essere una di quelle aziende che viene limitata nell'operatività da parte dei governi a causa della necessità di risparmio di energia? In quel caso che cosa faremmo? I nostri agenti potrebbero avere difficoltà di movimento a causa dei costi dei carburanti?

e. Rifare un budget 2022 REALISTICO, tenendo conto di tutto quanto espresso sopra. In questo modo saremo sicuri che la nostra azienda continui ad operare in sicurezza.

f. Da lì in poi misurare l'efficacia aziendale con un piano finanziario mensile: cioè misurando gli utili tutti i mesi come insegniamo alla Scuola MBS.
Il rapporto di Rabobank, in inglese, lo puoi trovare qui, molto interessante: https://economics.rabobank.com/.../20220303_war_in_europe...

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Mi secca davvero tanto che la mia Italia si sia messa in un casino del genere. Non entro nelle cause della guerra, non incolpo la Russia, non incolpo gli Stati Uniti ma, da persona causativa, incolpo noi stessi: niente diplomazia, uomini deboli, una politica estera da pezzenti, una stampa che ormai non ha più il coraggio di raccontare la verità ma tiene solo la linea dei partiti di governo... Il problema è che ci mancano uomini di spessore - in quasi ogni settore - e, quindi noi imprenditori ci troviamo quasi sempre da soli a dover rimediare ai danni di una totale assenza di pianificazione. Vedremo quindi il nostro Paese perdere ancora di più di importanza e capacità di farsi valere nello scacchiere mondiale.

La buona notizia sarà che, per le imprese che passeranno questa fase, si apriranno - come accaduto a chi ha saputo navigare bene i tempi del Covid - grandi possibilità di crescita e di successo.

E sono queste che invito tutti a guardare. Guardate oltre l'ostacolo, guardate a dove volete arrivare e preparate le vostre aziende a vincere questa nuova sfida. Buon Lavoro a tutti

PS: Il prezzo medio del MWH della fotografia oggi penso sia superiore ai 300 euro... ti dà l'idea di quanto sia aumentata l'energia
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