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15/07/2013
3 PILASTRI PER LA CRESCITA AZIENDALE
Rubo questo interessante articolo al collega e amico Flavio Cabrini (www.flaviocabrini.it) che ci offre 3 interessanti spunti per far crescere l'impresa "Sempre piu' spesso, interagendo con gli imprenditori, mi ritrovo a confermare che ci sono 3 pilastri importanti che un’impresa deve considerare nelle attuali condizioni del mercato.
1. Uscire dal guscio e fare visita ai clienti Si e' portati a considerare il cliente un “target”, cioe' un bersaglio, un punto di arrivo. Va viceversa considerato come un punto di partenza: chi, se non i clienti, potra' dirci quali sono i nuovi bisogni, quali sono i cambiamenti in atto e quali sono le tendenze che si vanno manifestando? E soprattutto chi, se non loro, farci intravvedere quali sono i desideri del consumatore “post crisi”? Perche', una volta che i bisogni vengono soddisfatti, sono proprio i desideri ad orientare gli acquisti. È un grossolano errore presumere di sapere “cosa vuole la gente” standosene tutto il giorno dietro una scrivania. Questo e' un ambito in cui occorre davvero smetterla di basarsi su risposte preconfezionate. Nemmeno gli imprenditori piu' illuminati sono chiaroveggenti
2. Correggere il tiro e progettare la crescita È mettendosi nei panni del cliente, esaminando le cose dal suo punto di vista, che ci si puo' rendere oggettivamente conto di quali pecche o disservizi vengono riscontrati all’esterno. Quella e' la prospettiva giusta. Aiutera' a guardare la propria azienda con occhi meno indulgenti e benevoli. Individuato cos’e' che non va o cosa potrebbe andar meglio, e' indispensabile intervenire, rimuovere le cause e adottare i correttivi, ma nel contempo e' importante che venga parallelamente elaborato, impostato ed avviato un progetto di crescita. E per essere realizzabile dovra' inevitabilmente far leva su una progressiva valorizzazione del personale.
3. Investire sul capitale umano “Investment in Human Capital” e' il titolo di un saggio pubblicato nel marzo 1961 dall’economista statunitense Theodore W. Schultz, insignito del premio Nobel nel 1979. È stato proprio Schultz a coniare l’espressione “capitale umano”. È il patrimonio su cui si fondano le aziende di successo ma ad un patto: che l’imprenditore acquisisca e maturi le capacita' da un lato di coinvolgere e motivare il personale esistente e dall’altro di scovare e selezionare quei talenti che di volta in volta si rendono reperibili sul mercato del lavoro. Un’azienda cresce quando le persone che vi lavorano non sono semplici fattori dello sviluppo ma ne sono protagonisti."
Paolo Ruggeri
1. Uscire dal guscio e fare visita ai clienti Si e' portati a considerare il cliente un “target”, cioe' un bersaglio, un punto di arrivo. Va viceversa considerato come un punto di partenza: chi, se non i clienti, potra' dirci quali sono i nuovi bisogni, quali sono i cambiamenti in atto e quali sono le tendenze che si vanno manifestando? E soprattutto chi, se non loro, farci intravvedere quali sono i desideri del consumatore “post crisi”? Perche', una volta che i bisogni vengono soddisfatti, sono proprio i desideri ad orientare gli acquisti. È un grossolano errore presumere di sapere “cosa vuole la gente” standosene tutto il giorno dietro una scrivania. Questo e' un ambito in cui occorre davvero smetterla di basarsi su risposte preconfezionate. Nemmeno gli imprenditori piu' illuminati sono chiaroveggenti
2. Correggere il tiro e progettare la crescita È mettendosi nei panni del cliente, esaminando le cose dal suo punto di vista, che ci si puo' rendere oggettivamente conto di quali pecche o disservizi vengono riscontrati all’esterno. Quella e' la prospettiva giusta. Aiutera' a guardare la propria azienda con occhi meno indulgenti e benevoli. Individuato cos’e' che non va o cosa potrebbe andar meglio, e' indispensabile intervenire, rimuovere le cause e adottare i correttivi, ma nel contempo e' importante che venga parallelamente elaborato, impostato ed avviato un progetto di crescita. E per essere realizzabile dovra' inevitabilmente far leva su una progressiva valorizzazione del personale.
3. Investire sul capitale umano “Investment in Human Capital” e' il titolo di un saggio pubblicato nel marzo 1961 dall’economista statunitense Theodore W. Schultz, insignito del premio Nobel nel 1979. È stato proprio Schultz a coniare l’espressione “capitale umano”. È il patrimonio su cui si fondano le aziende di successo ma ad un patto: che l’imprenditore acquisisca e maturi le capacita' da un lato di coinvolgere e motivare il personale esistente e dall’altro di scovare e selezionare quei talenti che di volta in volta si rendono reperibili sul mercato del lavoro. Un’azienda cresce quando le persone che vi lavorano non sono semplici fattori dello sviluppo ma ne sono protagonisti."
Paolo Ruggeri
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