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28/04/2021
ANIME COMPASSIONEVOLI
Sono stato per così tanto tempo nei casini che mi immedesimo quasi immediatamente con chiunque sia in difficoltà. Anche se non lo do a vedere vedo in lui un fratello di sangue, un compagno di destino e, osservandolo, a volte riprovo il dolore dei tanti colpi subiti. E' per questo motivo che amo aiutare ed è per lo stesso motivo che nella gestione delle mie attività cerco di non lasciare indietro nessuno.
Però non vorrò mai essere un'anima compassionevole. L'anima compassionevole si sente triste per quelli che sono in difficoltà e non li spinge a tirare fuori gli attributi e a riprendersi. Vuole che anche loro, "poverini", abbiano delle opportunità e spesso lo fa al prezzo di ignorare e lasciare perire quelli che si stanno dando da fare come dei matti per vincere la partita.
L'anima compassionevole non cerca di attirare nel gruppo i migliori del mondo, così da trascinare tutti assieme, con ancora più forza, anche quelli che dovessero essere in difficoltà, ma si precipita su quelli che sono in difficoltà e concede loro tutte le sue risorse.
Con un'anima compassionevole al comando il motto "nessuno deve essere lasciato indietro" diventa "mi metto qua anche io vicino a voi poverini, non vi lascerò perire da soli. Se deve morire uno, allora moriamo tutti assieme...".
Un giorno, parlando delle difficoltà della marina britannica l'Ammiraglio Nelson disse: "Ammiragli più preoccupati di non perdere piuttosto che desiderosi di vincere".
Per vincere serve far tirar fuori gli attributi alle persone, comprenderle certo, ma poi stimolarle a tirar fuori il meglio. Serve reclutare i migliori, pensare in grande, non avere paura di niente, riconoscere, premiare e promuovere quelli che si stanno spaccando la schiena per far prevalere il gruppo.
Tutto questo un'anima compassionevole non è in grado di farlo. Per questo perde ogni battaglia.
Noi abbiamo l'onere del comando delle nostre aziende. Non possiamo essere anime compassionevoli altrimenti non porteremo a casa sani e salvi tutti i nostri uomini
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