Diversi anni fa, a un corso di formazione, il conferenziere ci illustrò questo strano aneddoto: all’università di Yale, negli Stati Uniti, coinvolsero in un esperimento tutti gli studenti dell’ultimo anno di Economia. Li riunirono e chiesero loro “chi avesse una meta nella vita”. Un certo numero di persone rispose in modo affermativo. Chiesero quindi a queste persone “Chi tra loro avesse scritto la propria meta da qualche parte”. Il 3% dei partecipanti all’esperimento rispose in modo affermativo. Vent’anni dopo andarono a cercare tutti gli studenti che avevano partecipato all’esperimento e, sarà stata una coincidenza, ma quel 3% di persone che aveva scritto la propria meta, guadagnava più di tutto il rimanente 97% degli studenti messi assieme! Ed è vero, il denaro non è tutto, ma voi sarete d’accordo con me che i risultati economici costituiscono un fattore molto importante nel valutare il successo professionale di qualcuno.
Pensai che quella storia era stata preparata per colpirci e farci capire che era importante avere una meta nella vita. La vidi come una bella storiella di fantasia, preparata ad arte per darci un po’ di motivazione. Ma, pur pensandola così, decisi di lasciarmi coinvolgere e scrissi le mie mete.
Beh, oggi, a distanza di diversi anni, la mia visione di quell’esercizio è drasticamente cambiata. Se scrivi le tue mete, le guardi e continui a persistere, beh, le tue mete si realizzano.
Quando partecipai a quel corso di formazione guidavo una Fiat Uno con 250.000 chilometri. Venivo da un’esperienza fallimentare di lavoro negli Stati Uniti, non avevo soldi e dipendevo dai miei genitori.
Mi ricordo che, quando viaggiavo, spesso non avevo i soldi per pagare il pedaggio autostradale e dovevo fare lo scontrino per mancato pagamento. In alcuni casi, per fare benzina ed andare a lavorare ho anche lasciato la mia carta d’identità o la gomma di scorta al benzinaio perché non avevo un soldo.
Insomma, per quanto la storia di Yale fosse entusiasmante, hai voglia a sognare nella situazione in cui ero!!
Beh, quel giorno mi lasciai andare alla mia immaginazione, scrissi delle mete ambiziose. All’inizio provai un po’ di eccitazione, un po’ di quel sano entusiasmo che veniva dall’aver deciso qualcosa di grande. Era la primavera del 1992. Mi trovavo in Svizzera. Oggi, mentre scrivo questo aneddoto, sono nel mio ufficio di Bologna, dirigo un’azienda leader nel suo settore, ho guadagnato in un anno quanto una persona normale guadagna in vent’anni di lavoro, guido una macchina sportiva, ho una moglie e una figlia fantastiche e sono uno stimato professionista nel mio settore. Sembrerà un’assurdità, forse sarà una coincidenza, ma molte delle cose che avevo scritto quel giorno sul Lago di Lugano si sono materializzate.
…adesso è il tuo momento! Scrivi le tue mete!
Paolo Ruggeri
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