Guidato da un forte senso dell’etica e della responsabilità, Melfa, vuole dare un contributo attivo al miglioramento della vita dei suoi colleghi imprenditori e di tutti i gelesi.
Signor Melfa, perché dedicarsi alla politica?
La ragione è molto semplice, io voglio riscattare questa città, voglio vedere i miei colleghi imprenditori e i miei concittadini che ritornano a sognare.
Perché? Oggi non sognano più?
No, sono abbattuti e prostrati da un sistema di politica locale che di fatto blocca lo sviluppo e, di conseguenza, il benessere delle persone. Gela sta rischiando di morire. Come imprenditore e cittadino sento il dovere di fare qualcosa, e penso che lo stesso dovrebbero fare anche gli altri imprenditori. Non è più il momento di dare mandato ai soliti politici. Abbiamo una società al collasso. Sono certo che siamo di fronte ad un’emergenza sociale, con famiglie sradicate dal loro territorio in cerca di occupazione. Gli attuali politici sono garanti del cosiddetto “voto scambista”. La città non cresce per colpa di questi individui capaci solo a bloccare ogni iniziativa imprenditoriale. Il politico chiede il consenso in cambio di un favore. E’ questo il vero male della nostra società. I nostri diritti sono sanciti dalla costituzione.
Come sarebbe la sua ‘nuova politica’?
Innanzitutto io credo che la politica sia fondamentale e non possa più continuare a vivere secondo schemi che privilegiano gli interessi di pochi a scapito della vita di molti. Da imprenditore, abituato a lavorare per il benessere della mia azienda e dei miei dipendenti, mi impegnerei innanzitutto a guidare la città seguendo due criteri imprescindibile per il buon governo: efficienza e managerialità.
E questo, mi scusi, ma lo dicono un po’ tutti…
Può darsi, ma alla fine nessuno lo fa, e sa perché? Perché chi oggi ci amministra ha perduto di vista il valore fondamentale che deve, dovrebbe, guidare ogni uomo: l’etica. E’ proprio da qui che io invece voglio ripartire: da una solida etica e da un sistema valoriale giusto ed equo. La degenerazione della quale siamo stati spettatori non può continuare, l’iniquità, il privilegio, la malapolitica, per dirla con una parola, devono scomparire, e questo è il momento giusto per cambiare.
Lei parla di etica nella politica, ma come imprenditore lei può definirsi etico ed equo?
Da tempo io seguo questa strada, cioè mi impegno affinché nella mia azienda l’etica sia il primo valore. Ho lavorato innanzitutto per creare una famiglia in Meic Services. Una famiglia della quale tutti si sentissero responsabili. Se oggi posso pensare di dedicarmi alla politica lo devo proprio all’avere centrato questo obiettivo e avere accanto dei collaboratori fidati. Persone straordinarie che, a volte, sono costretto io a mandare a casa al termine dell’orario di lavoro. Sono così attenti e appassionati che verrebbero in ufficio anche la domenica! Anzi, con l’occasione, voglio ringraziarli pubblicamente per quello che fanno.
Lei, nell’annunciare la sua entrata in politica, ha inviato una lettera a 200 imprenditori, cosa ha scritto in quelle righe?
Li ho invitati a ripartire assieme a me, di unirsi a me per contrastare malaburocrazia e malapolitica e meglio interpretare le esigenze della nostra categoria che so essere capace di garantire una forza economica, sociale e culturale.
Lei ha scelto la strada della lista civica, perché?
Perché la ritengo il solo modo per indurre i cittadini ormai disamorati alla ‘politica tradizionale’ di venire a votare il 31 maggio e il primo giugno. Perché anche attraverso questa scelta di civismo voglio scuoterli dalla prostrazione che li ha tenuti lontani dalle urne. Questo è l’errore più grave che si possa fare: non andare a votare giustificandosi con il classico “Tanto non cambia niente”.
Questa volta invece qualcosa può cambiare, con l’etica al centro, tutto può cambiare
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