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14/05/2013
LO STRANO CASO DI ANTANAS MOCKUS...
Nell’articolo precedente abbiamo parlato di Jose' Alberto Mujica Cordano, detto “Pepe”, ovvero del Presidente dell’Uruguay, piu' conosciuto con l’appellativo di “Presidente piu' povero del mondo” perche' dona il 90% dei suoi compensi ad associazioni umanitarie uruguayane per aiutare i suoi connazionali e vive in una modesta fattoria con il restante stipendio (molto vicino a quello di un operaio), lontano da sfarzi e ricchezze.
Oggi vorremmo invece puntare l’attenzione su un altro uomo politico alquanto atipico ed eccentrico, che e' invece conosciuto come “El loco” (il folle). Stiamo parlando di Antanas Mockus, matematico e filosofo, ex-docente e preside dell’Universita' Nazionale della Colombia, nonche' ex-sindaco della citta' di Bogota' in Colombia per due mandati e attuale leader del Partido Verde colombiano.
Nel 2010 Mockus si candido' anche alle Presidenziali ma venne battuto al ballottaggio dal suo rivale piu' conservatore Juan Manuel Santos, delfino dell’uscente Presidente Uribe. L’esito del voto segno' comunque un risultato esaltante ed inaspettato e venne interpretato dai colombiani come un segnale incoraggiante per il futuro politico del Paese.
Quest’uomo Antanas Mockus ha cambiato radicalmente le abitudini dei suoi concittadini e lo ha fatto in maniera molto bizzarra, da qui l’origine del suo soprannome “Il folle”. Quando, nel 1993, gli abitanti (quelli che esercitano il diritto di voto e che, di norma, non arrivano al 50 per cento del totale) lo elessero sindaco di Bogota', lo fecero sulla base d’una promessa che gia' era, allora, un’eco, cosi' sintetizzabile, della pazzia mockusiana: “per cambiare Bogota' bisogna cambiare i bogotani. E per cambiare, anzi, per “sensibilizzare” i bogotani – era andato ripetendo Mockus durante una campagna elettorale nel corso della quale i media lo avevano trattato come un’estemporanea curiosita' – occorre usare l’arte, l’humor e la creativita'”.
E cosi' fu!
Mockus, sorprendente vincitore, cambio' i bogotani. E, come profetizzato, i bogotani, a loro volta, cambiarono Bogota'. Lo dicono i bogotani medesimi (che, parlando col voto, rielessero trionfalmente “El Loco” cinque anni dopo). E lo dicono, anche, le statistiche.
Per convincere i suoi concittadini a non sprecare acqua per esempio, Antanas Mockus uso' se stesso in una pubblica dimostrazione del giusto modo di fare la doccia. E funziono': Il consumo d’acqua diminui', in citta', del 40 per cento.
Lo si poteva anche vedere per le strade vestito d eroe, Super Citizien, supereroe del senso civico.
Per affrontare il problema endemico della violenza, Mockus “follemente” punto' sulla pedagogica spinta della non-violenza, formando gruppi disarmati di vigilanza cittadina ed affidando a poliziotti donne il pattugliamento delle zone piu' a rischio della citta'. Risultato: il tasso di omicidi, uno dei piu' alti del mondo, diminui' del 70 per cento.
Bogota' era negli anni ’90, dal punto di vista del traffico, una citta' caotica, inquinata e mortifera. Mockus non aumento' ne' il numero dei vigili urbani, ne' il numero delle multe comminate. Semplicemente sguinzaglio' per le strade un piccolo esercito di mimi (di quelli con la faccia incipriata) con l’incarico di sbeffeggiare tutti coloro che, ai semafori o altrove, violavano il codice della strada.
I bogotani, cambiati dalla terapia Mockus, scoprirono, in quegli anni, che la loro citta' era bella. E che bello poteva diventare viverci. Per questo riempirono Bogota' di piste ciclabili e di nuovi giardini, seguendo l’esempio d’un sindaco che, in una citta' dove tutti i VIP circolavano in auto blindate, si recava quotidianamente al lavoro in bicicletta.
Ecco alcuni passaggi di una sua recente intervista che meglio spiegano la sua filosofia:
Quali erano i punti principali del suo programma nella corsa alle presidenziali?
Il nostro principale obiettivo e' il rispetto della vita e lo slogan statunitense “Yes we can” diventa da noi “Tu vida es sagrada”, la tua vita e' sacra. Il secondo punto importante sono le risorse pubbliche, che vanno considerate sacre come la vita. I soldi vanno spesi in modo trasparente ed efficiente, ottenendo il massimo beneficio da ogni peso che si investe. La spesa pubblica deve essere valutata tecnicamente: non importa che qualche passo in piu' nella gestione delle risorse rallenti l’attivita', perche' questo garantisce risultati piu' solidi.
Che idea ha della legalita'?
La legalita' democratica e' nel rispetto della legge. Essa si attua tramite la pedagogia e l’applicazione delle leggi stesse.
Lei e' un abile inventore di slogan molto popolari nel suo Paese. Quanto e' importante lo slogan nella politica?
Quando esso viene ideato per la pubblicita' solitamente ha successo pur essendo vuoto. Quando lo slogan nasce per i bisogni diventa invece pedagogico e ha una maggiore efficacia.
Lei e' stato sindaco di Bogota' per due mandati. Che soluzioni aveva adottato per rendere piu' vivibile la sua citta'?
Il problema era soprattutto nelle difficolta' di migliorare le infrastrutture. Io per primo affermavo che Bogota' non era una bella citta', ma che poteva essere abbellita. Sono stati fatti grandi investimenti: aumentando delle tasse e vendendo alcune imprese energetiche siamo riusciti ad ottenere molte risorse economiche per la citta'. Siamo riusciti a finanziare lo sviluppo di parchi e di aree verdi per dare piu' spazio e sicurezza ai cittadini. Nel mio secondo mandato sono state anche incrementate le aree per il passaggio dei pedoni, considerato che le automobili circolavano indiscriminatamente ovunque. Prima di asfaltare una strada era prioritario creare lo spazio pedonale.
Come definirebbe il concetto di ecologia moderna?
La definizione piu' semplice che conosco e' responsabilita'. Ognuno deve essere responsabile di se stesso e riconoscere l’interdipendenza degli individui. Ecologia e' responsabilita' per l’interdipendenza. Duecento anni fa l’orgoglio del cittadino era mosso dal desiderio di indipendenza dalla societa' e dagli altri individui. Adesso noi dobbiamo abituarci ad una nuova idea, quella di interdipendenza.
Internet aiuta questo processo di interdipendenza?
Sicuro. Ci aiuta a comprenderlo meglio. Nessuno puo' piu' sfuggire alle proprie responsabilita'.
Ora, non vogliamo incitare anche i nostri politici italiani a comportarsi come Antanas Mockus, vestendosi da supereroe o mostrandosi sotto la doccia per insegnarci a non sprecare l’acqua, pero' e' innegabile la grandezza di questo uomo che, anche se fuori da ogni canone, ha trovato il modo di parlare con i suoi concittadini per migliorare le condizioni della loro citta'!
In questo “El Loco” e' in realta' un esempio di uomo politico etico: una persona davvero al servizio della comunita', rispettoso della cosa pubblica e concentrato a creare prosperita' per se' ma soprattutto per il popolo.
La frase che vogliamo rimarcare dall’intervista sopraccitata e' poi questa:
Nessuno puo' piu' sfuggire alle proprie responsabilita'.
I politici hanno delle responsabilita' verso i cittadini ma anche i cittadini hanno delle responsabilita' gli uni verso gli altri. Solo cosi' si puo' cambiare davvero il presente.
E tu, hai deciso di essere RESPONSABILE per il futuro dell’Italia o aspetti che si faccia avanti qualcun altro al tuo posto?
Paolo Ruggeri
Oggi vorremmo invece puntare l’attenzione su un altro uomo politico alquanto atipico ed eccentrico, che e' invece conosciuto come “El loco” (il folle). Stiamo parlando di Antanas Mockus, matematico e filosofo, ex-docente e preside dell’Universita' Nazionale della Colombia, nonche' ex-sindaco della citta' di Bogota' in Colombia per due mandati e attuale leader del Partido Verde colombiano.
Nel 2010 Mockus si candido' anche alle Presidenziali ma venne battuto al ballottaggio dal suo rivale piu' conservatore Juan Manuel Santos, delfino dell’uscente Presidente Uribe. L’esito del voto segno' comunque un risultato esaltante ed inaspettato e venne interpretato dai colombiani come un segnale incoraggiante per il futuro politico del Paese.
Quest’uomo Antanas Mockus ha cambiato radicalmente le abitudini dei suoi concittadini e lo ha fatto in maniera molto bizzarra, da qui l’origine del suo soprannome “Il folle”. Quando, nel 1993, gli abitanti (quelli che esercitano il diritto di voto e che, di norma, non arrivano al 50 per cento del totale) lo elessero sindaco di Bogota', lo fecero sulla base d’una promessa che gia' era, allora, un’eco, cosi' sintetizzabile, della pazzia mockusiana: “per cambiare Bogota' bisogna cambiare i bogotani. E per cambiare, anzi, per “sensibilizzare” i bogotani – era andato ripetendo Mockus durante una campagna elettorale nel corso della quale i media lo avevano trattato come un’estemporanea curiosita' – occorre usare l’arte, l’humor e la creativita'”.
E cosi' fu!
Mockus, sorprendente vincitore, cambio' i bogotani. E, come profetizzato, i bogotani, a loro volta, cambiarono Bogota'. Lo dicono i bogotani medesimi (che, parlando col voto, rielessero trionfalmente “El Loco” cinque anni dopo). E lo dicono, anche, le statistiche.
Per convincere i suoi concittadini a non sprecare acqua per esempio, Antanas Mockus uso' se stesso in una pubblica dimostrazione del giusto modo di fare la doccia. E funziono': Il consumo d’acqua diminui', in citta', del 40 per cento.
Lo si poteva anche vedere per le strade vestito d eroe, Super Citizien, supereroe del senso civico.
Per affrontare il problema endemico della violenza, Mockus “follemente” punto' sulla pedagogica spinta della non-violenza, formando gruppi disarmati di vigilanza cittadina ed affidando a poliziotti donne il pattugliamento delle zone piu' a rischio della citta'. Risultato: il tasso di omicidi, uno dei piu' alti del mondo, diminui' del 70 per cento.
Bogota' era negli anni ’90, dal punto di vista del traffico, una citta' caotica, inquinata e mortifera. Mockus non aumento' ne' il numero dei vigili urbani, ne' il numero delle multe comminate. Semplicemente sguinzaglio' per le strade un piccolo esercito di mimi (di quelli con la faccia incipriata) con l’incarico di sbeffeggiare tutti coloro che, ai semafori o altrove, violavano il codice della strada.
I bogotani, cambiati dalla terapia Mockus, scoprirono, in quegli anni, che la loro citta' era bella. E che bello poteva diventare viverci. Per questo riempirono Bogota' di piste ciclabili e di nuovi giardini, seguendo l’esempio d’un sindaco che, in una citta' dove tutti i VIP circolavano in auto blindate, si recava quotidianamente al lavoro in bicicletta.
Ecco alcuni passaggi di una sua recente intervista che meglio spiegano la sua filosofia:
Quali erano i punti principali del suo programma nella corsa alle presidenziali?
Il nostro principale obiettivo e' il rispetto della vita e lo slogan statunitense “Yes we can” diventa da noi “Tu vida es sagrada”, la tua vita e' sacra. Il secondo punto importante sono le risorse pubbliche, che vanno considerate sacre come la vita. I soldi vanno spesi in modo trasparente ed efficiente, ottenendo il massimo beneficio da ogni peso che si investe. La spesa pubblica deve essere valutata tecnicamente: non importa che qualche passo in piu' nella gestione delle risorse rallenti l’attivita', perche' questo garantisce risultati piu' solidi.
Che idea ha della legalita'?
La legalita' democratica e' nel rispetto della legge. Essa si attua tramite la pedagogia e l’applicazione delle leggi stesse.
Lei e' un abile inventore di slogan molto popolari nel suo Paese. Quanto e' importante lo slogan nella politica?
Quando esso viene ideato per la pubblicita' solitamente ha successo pur essendo vuoto. Quando lo slogan nasce per i bisogni diventa invece pedagogico e ha una maggiore efficacia.
Lei e' stato sindaco di Bogota' per due mandati. Che soluzioni aveva adottato per rendere piu' vivibile la sua citta'?
Il problema era soprattutto nelle difficolta' di migliorare le infrastrutture. Io per primo affermavo che Bogota' non era una bella citta', ma che poteva essere abbellita. Sono stati fatti grandi investimenti: aumentando delle tasse e vendendo alcune imprese energetiche siamo riusciti ad ottenere molte risorse economiche per la citta'. Siamo riusciti a finanziare lo sviluppo di parchi e di aree verdi per dare piu' spazio e sicurezza ai cittadini. Nel mio secondo mandato sono state anche incrementate le aree per il passaggio dei pedoni, considerato che le automobili circolavano indiscriminatamente ovunque. Prima di asfaltare una strada era prioritario creare lo spazio pedonale.
Come definirebbe il concetto di ecologia moderna?
La definizione piu' semplice che conosco e' responsabilita'. Ognuno deve essere responsabile di se stesso e riconoscere l’interdipendenza degli individui. Ecologia e' responsabilita' per l’interdipendenza. Duecento anni fa l’orgoglio del cittadino era mosso dal desiderio di indipendenza dalla societa' e dagli altri individui. Adesso noi dobbiamo abituarci ad una nuova idea, quella di interdipendenza.
Internet aiuta questo processo di interdipendenza?
Sicuro. Ci aiuta a comprenderlo meglio. Nessuno puo' piu' sfuggire alle proprie responsabilita'.
Ora, non vogliamo incitare anche i nostri politici italiani a comportarsi come Antanas Mockus, vestendosi da supereroe o mostrandosi sotto la doccia per insegnarci a non sprecare l’acqua, pero' e' innegabile la grandezza di questo uomo che, anche se fuori da ogni canone, ha trovato il modo di parlare con i suoi concittadini per migliorare le condizioni della loro citta'!
In questo “El Loco” e' in realta' un esempio di uomo politico etico: una persona davvero al servizio della comunita', rispettoso della cosa pubblica e concentrato a creare prosperita' per se' ma soprattutto per il popolo.
La frase che vogliamo rimarcare dall’intervista sopraccitata e' poi questa:
Nessuno puo' piu' sfuggire alle proprie responsabilita'.
I politici hanno delle responsabilita' verso i cittadini ma anche i cittadini hanno delle responsabilita' gli uni verso gli altri. Solo cosi' si puo' cambiare davvero il presente.
E tu, hai deciso di essere RESPONSABILE per il futuro dell’Italia o aspetti che si faccia avanti qualcun altro al tuo posto?
Paolo Ruggeri
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