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04/06/2013
MENO SPESE, PIU' CORAGGIO
Dalla fine del 2008 e' diventato un obbligo avere i costi aziendali sotto controllo. Non solo. Serve avere la capacita' di capire e di realizzare una struttura snella che si adatta velocemente ai cambiamenti e in grado di offrire delle prestazioni di elevata qualita'. Insomma, la sfida e' sempre piu' difficile e pressante. L’abilita' economico finanziaria oggi richiesta ad un imprenditore della PMI e' di livello superiore. È proprio finita l’epoca nella quale era sufficiente “l’occhio del padrone per ingrassare la bestia”. È terminata quella fase in cui la semplice occhiata del “padrone” permetteva di capire al volo come girassero le cose e se si guadagnava o si perdeva.
Oggi la chiamano “financial expertise” quella disciplina di interpretare il cruscotto aziendale dei costi, ricarichi, margini e via discorrendo che sono indispensabili al buon controllo di gestione. I commercialisti sono passati dall’essere principalmente dei fiscalisti, a diventare esperti della buona gestione d’azienda altrimenti corrono il rischio di non essere piu' veramente di aiuto agli imprenditori. Ridurre i costi fissi, ridurre i costi diretti e indiretti, ridurre i costi del personale, ridurre i costi di vendita, di produzione. Una costante riduzione che, ed e' questo il mio messaggio forte, non deve tradursi in una riduzione di idee e di progetti e di qualita' delle persone.
TROPPO FREQUENTEMENTE LE AZIENDE ABBASSANO I PROPRI OBBIETTIVI ALLA QUALITÁ DEI COLLABORATORI PRESENTI IN AZIENDA. I POCHI CHE CRESCONO FANNO L’INVERSO. CERCANO COLLABORATORI DALLA QUALITÁ SUPERIORE PER REALIZZARE OBBIETTIVI AMBIZIOSI
In periodi economici duri e difficili serve tanta iniziativa e tanto coraggio. È fin troppo semplice appiattirsi sullo standard della media e ritirarsi diventando specialisti della “riduzione”. Ma chi fa impresa sa molto bene che limitarsi a ridurre aiuta ma non e' utile a realizzare obbiettivi importanti.
Se si sposa solamente la politica della riduzione si smette di essere imprenditori e si comincia a diventare ragionieri o commercialisti. Figure sicuramente nobili ma che mancano di quella intraprendenza e di quella sana pazzia necessaria a chi vuole essere il creatore di qualcosa che ancora non c’e'. Il DNA dell’imprenditore e' un composto di coraggio, creativita', follia, determinazione, disciplina ed entusiasmo sognante. Servira' sicuramente un buon brain storming (tempesta di cervelli) per individuare e capire come ottimizzare risorse e costi, ma serve ancora di piu' un “heart storming” (tempesta di cuori) per far emergere quella straordinaria vitalita' che e' indispensabile in momenti come questi.
Paolo Ruggeri
Oggi la chiamano “financial expertise” quella disciplina di interpretare il cruscotto aziendale dei costi, ricarichi, margini e via discorrendo che sono indispensabili al buon controllo di gestione. I commercialisti sono passati dall’essere principalmente dei fiscalisti, a diventare esperti della buona gestione d’azienda altrimenti corrono il rischio di non essere piu' veramente di aiuto agli imprenditori. Ridurre i costi fissi, ridurre i costi diretti e indiretti, ridurre i costi del personale, ridurre i costi di vendita, di produzione. Una costante riduzione che, ed e' questo il mio messaggio forte, non deve tradursi in una riduzione di idee e di progetti e di qualita' delle persone.
TROPPO FREQUENTEMENTE LE AZIENDE ABBASSANO I PROPRI OBBIETTIVI ALLA QUALITÁ DEI COLLABORATORI PRESENTI IN AZIENDA. I POCHI CHE CRESCONO FANNO L’INVERSO. CERCANO COLLABORATORI DALLA QUALITÁ SUPERIORE PER REALIZZARE OBBIETTIVI AMBIZIOSI
In periodi economici duri e difficili serve tanta iniziativa e tanto coraggio. È fin troppo semplice appiattirsi sullo standard della media e ritirarsi diventando specialisti della “riduzione”. Ma chi fa impresa sa molto bene che limitarsi a ridurre aiuta ma non e' utile a realizzare obbiettivi importanti.
Se si sposa solamente la politica della riduzione si smette di essere imprenditori e si comincia a diventare ragionieri o commercialisti. Figure sicuramente nobili ma che mancano di quella intraprendenza e di quella sana pazzia necessaria a chi vuole essere il creatore di qualcosa che ancora non c’e'. Il DNA dell’imprenditore e' un composto di coraggio, creativita', follia, determinazione, disciplina ed entusiasmo sognante. Servira' sicuramente un buon brain storming (tempesta di cervelli) per individuare e capire come ottimizzare risorse e costi, ma serve ancora di piu' un “heart storming” (tempesta di cuori) per far emergere quella straordinaria vitalita' che e' indispensabile in momenti come questi.
Paolo Ruggeri
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