Scegli articolo
EVENTO FERRARA DA 5 A 50 MILIONI
MANUALE START-UP PER CHI AVVIA LA SUA PRIMA PARTITA IVA
SPUNTI PRATICI DA COACHING CORSO PATRIMONIO
Guida alla prosperità per Rivieraimpresa Rimini
COME FARE A DELEGARE, CARPI
PRESENTAZIONE PARMA IMPRENDITORE DI SUCCESSO
CORSO "DOPO-OSM": DIVENTA UN EXECUTIVE TRAINER CON PAOLO RUGGERI E SANDRA GORACCI
IMPRENDITORE DI SUCCESSO PADOVA
CALAB-R-EVOLUTION, EVENTO COSENZA 28 MARZO
PROGRAMMA OSM AMBASSADOR 2023
TUTTI GLI ARTICOLI
03/06/2012
SCENARI DI USCITA DALL'EURO
Ormai l’uscita dall’Euro è un circostanza più che verosimile ed è giusto provare a fare dei ragionamenti per comprendere quello che potrebbe succedere a noi e alle nostre imprese. Quello che segue è un articolo che ho scritto per me stesso, più per fare ordine nella mia mente e per diletto che per altro. Quindi consideratelo per quello che è: un tentativo, anche sbagliato, di far ordine nel mio cervello e cercare di capire.
In caso di spaccatura dell’Euro gli scenari più verosimili sarebbero due:
a) O la Germania esce “dall’alto” e ritorna al Marco Tedesco lasciando noi e gli altri PIIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna + Italia, i paesi con le finanze peggiori dell’unione) in un Euro di “serie B” (“Euro Piigs”) che, seppur svalutato, ci permetterebbe di stampare denaro per pagare i nostri debiti pubblici e tentare di rilasciare la crescita.
oppure
b) Noi usciamo “dal basso” e torniamo alla Lira con conseguente default e ristrutturazione del debito pubblico.
Gli effetti dello scenario A):
Inizialmente ci sarebbe un po’ di panico dovuto al desiderio di chi ha denari di portarli all’estero o di cambiarli in valute percepite forti (Dollari, Franchi o Marchi) e quindi dovrà esserci un qualche tipo di restrizione ai trasferimenti valutari messa in atto per qualche mese, fino a quando il cambio non si stabilizzi.
L’euro di serie B si svaluta nei confronti del Dollaro Usa, Marco Tedesco, Franco Svizzero, Renmibi e Yen e perde subito circa il 30% del suo valore e nel corso di un anno va in un rapporto di 1 a 2.
Per esempio:
Data di uscita dall’euro 1 Euro Piigs = 1 Marco Tedesco
L’indomani: 1 Euro Piigs = 0,70 Marchi Tedeschi
A 12 mesi: 1 Euro Piigs = 0,50 Marchi Tedeschi
La stessa cosa avverrebbe nei confronti di Usa, Svizzera, Giappone e Cina.
Conseguenze dello scenario A:
I prodotti tedeschi (auto, ecc) americani, e svizzeri costeranno molto di più e diventeranno improponibili per una parte importante della nostra popolazione. Le importazioni di tutti i prodotti made in Germany (Siemens, ecc) diventeranno molto più costosi.
Paradossalmente marche auto nazionali quali Fiat ne avrebbero un vantaggio così come tutte le imprese che sono concorrenti con le imprese di quei paesi. Le importazioni cinesi sarebbero meno competitive così come sarebbero più competitive le nostre esportazioni verso Germania, Svizzera e Usa.
Chi ha debiti in Dollari se li vedrebbe raddoppiati nel giro di un anno.
La benzina (che è generalmente prezzata in dollari) aumenterebbe in modo deciso rendendo l’auto proibitiva per la fascia diciamo "bassa" del mercato. 1 Litro di Benzina = 4 euro Piigs. La fascia bassa della popolazione userebbe meno l’auto. L’Energia aumenterebbe di molto.
L’aver prelevato denaro contante (Euro) dalle banche, prima della rottura della zona Euro, non metterà il correntista al sicuro dalla svalutazione. Sarà infatti la Germania a lasciarci e noi ci terremo gli Euro che diventeranno a tutti gli effetti “Euro Piigs”. Per stabilizzare il cambio non appena ci sia stato il cambiamento, è probabile che i conti correnti in valuta estera presso banche italiane siano convertiti d’ufficio in “Euro Piigs” al fine di evitare speculazioni e corse all’acquisto di valute estere.
Sarà chiaramente avvantaggiato chi avrà costituito depositi in valuta estera fuori dal paese (da qui la grande corsa da parte di tutti i grandi patrimoni verso l’estero di queste settimane).
Nonostante un primo crollo della borsa (come si fa a fare peggio di adesso?), poi la situazione si stabilizzerebbe e le cose pian piano inizierebbero a migliorare.
Gli effetti dello scenario B):
Il ritorno alla Lira italiana, dal mio punto di vista, sarebbe decisamente più drammatico, almeno nella sua fase iniziale. Infatti questo scenario potrebbe avvenire per una di queste due ragioni:
1) Caos, rivolte, ecc (vedi Argentina del 2000 o proteste di piazza della Grecia) con conseguente rifiuto del governo di continuare nelle misure di austerità imposte dalla Germania.
Nonostante questo non è lo scenario di oggi, è quello che inevitabilmente accadrà nel momento in cui continuassimo a lasciare peggiorare la presente situazione senza fare dei cambiamenti e seguendo quanto ci è imposto da Berlino. Le imprese chiudono, la gente soffre, finisce che la gente si incazza e la situazione va fuori controllo.
2) Assalto agli sportelli bancari dei correntisti che vogliono prelevare tutto il denaro, il che causa il congelamento dei conti correnti (il famoso “corrallito” argentino), il fallimento di alcune banche e il default dell’Italia. Questo scenario potrebbe anche venire generato da un “default a catena” degli istituti bancari europei (Fallisce la spagnola Bankia, che a sua volta fa fallire altre banche spagnole, che tirano dentro le tedesche, ecc)…
Se prendiamo a spunto ciò che successe in Argentina nel 2000, i primi passi di una situazione del genere sarebbero:
a) Il governo blocca tutti i prelievi di contante o i trasferimenti di denaro all’estero da qualche settimana prima del passaggio alla nuova moneta o li riduce decisamente. (Max prelievo 100 euro al giorno) così come i trasferimenti di valuta all’estero.
b) Il Governo annuncia il ritorno alla Lira. Tutti i depositi e titoli di debito vengono trasformati in lire. Tutti i mutui tornano in Lire. Qualsiasi deposito in valuta estera (Franchi, Dollari, ecc) presente in una banca italiana viene trasformato per decreto in lire italiane.
1 Lira = 1 Euro
c) La nuova Lira si svaluta immediatamente:
1 Lira = 0,70 Euro, subito
1 Lira = 0,50 Euro, entro un anno
d) Il governo fa default sul debito pubblico non avendo più euro e non potendo rifinanziarsi. Nessuno presta denaro a uno stato messo come il nostro. Ci saranno lunghe trattative sul debito pubblico e alla fine l’Italia rinegozierà un pagamento al 25% del valore facciale dei BTP.
e) Ne consegue un grande caos in quanto lo stato andrebbe in bancarotta non solo sul debito pubblico ma, nei primi mesi, avrebbe problemi a pagare pensioni, dipendenti pubblici, ecc. La benzina costerebbe 4 lire al litro, tutti i prodotti da importazione raddoppierebbero i prezzi, fallimenti a catena di tutte quelle aziende che non fanno con l’export una parte del proprio fatturato.
f) La cosa peggiore: scene di panico e possibili rivolte.
A breve probabilmente avremo un trailer di tutto questo film, quando la Grecia si troverà costretta, come sembra ormai ineluttabile, ad abbandonare la moneta unica.
Fermo restando che in una situazione del genere, molto dipenderebbe da come viene gestita da chi è alla guida del paese, una volta assestatosi, questo scenario potrebbe comportare:
Benzina a 4 nuove Lire (raddoppiata), alti prezzi dell’energia, alti costi delle materie prime da importare.
Aumento delle esportazioni, aumento del turismo.
Aumento dell’imposizione fiscale sui patrimoni (di qualsiasi tipo e dimensione) e sui consumi (IVA) da parte di uno stato che avrà difficoltà a pagare i propri dipendenti. Riduzione della forza lavoro pubblica, riduzione del welfare (sistema sanitario, ecc) e delle pensioni da parte di uno stato senza soldi. Criticismo e attacco nei confronti della persona benestante che nell’immaginario collettivo verrà vista come un “profittatore”, un “evasore”, “qualcuno che ruba”.
Fallimenti o forte sofferenza di tutte quelle imprese che non fanno all’estero almeno una parte del proprio fatturato.
Contrazione del PIL di almeno una decina di punti percentuali.
I tribunali paralizzati dalle cause civili per fallimenti. Alcune banche verrebbero probabilmente nazionalizzate.
Qualche anno dopo questo scenario le cose migliorerebbero: le imprese aiutate dalla svalutazione della lira aumenterebbero le esportazioni, si tornerebbero ad abbassare le tasse, si sarà rinegoziato il debito pubblico, le imprese estere visto il basso costo del lavoro (e se il governo attuasse alcune modifiche sostanziali) potrebbero anche decidere di tornare a investire in Italia.
In uno scenario del genere sarà avvantaggiato chi ha prelevato gli euro dai conti correnti (potrà cambiarli in Lire in seguito guadagnandoci), chi avrà costituito riserve valutarie all’estero. I BTP italiani varranno come quelli Greci o Argentini (25% di quello che valgono ora). L’evoluzione del valore degli immobili è un rebus.
SEGNALI CHE POTREBBERO GUIDARCI
Prevedere il futuro è impossibile.
Però una cosa è certa:
a) L’Italia non è in grado di andare avanti all’infinito finanziandosi al 6%
b) Le presenti politiche fiscali dello stato e creditizie del mondo bancario stanno distruggendo l’economia e ci stanno portando sempre di più ad assomigliare alla Grecia. Questo è un danno per le imprese e per i cittadini ma diventa ben presto anche qualcosa di insostenibile anche per lo Stato che non solo incassa meno tasse e meno Iva ma deve farsi carico di tutti i costi delle mobilità e delle casse integrazioni… Per quanto ancora riuscirà ad andare avanti?
Ne consegue che ben presto, se non vuole fallire, lo Stato Italiano dovrà muovere: o convince la Germania a unificare il debito pubblico dei vari paesi o, se la Germania si ostina a non volerlo fare, dovrà scegliere uno dei due scenari di cui sopra. Questa mossa potrebbe essere rallentata da un ennesimo LTRO (la Bce presta denaro in modo illimitato alle Banche Europee perché comprino titoli di stato dei Piigs) possibile per fine Giugno/Inizio Luglio che potrebbe far guadagnare altri tre/quattro mesi, poi tutto torna come prima.
Lo scenario più verosimile, e più saggio, a mio avviso dovrebbe essere quello di una Germania che torna al Marco Tedesco ma la Germania ha grandi resistenze a farlo e preferisce rimanere “Regina in un paese di straccioni”. Difficilmente si farà forzare a farlo in quanto fino all’ultimo perseguirà il suo interesse piuttosto che l’interesse dell’Europa e quindi, più passa il tempo, più si torna allo scenario B: noi che usciamo “da sotto” e torniamo alla Lira.
Comunque vada, lo spartiacque a mio avviso sarà costituito dallo Stato Italiano che approva un qualche tipo di legge che blocca o rende più difficili i trasferimenti di valuta. Quando quella misura dovesse essere varata, sappi che il peggio sarà imminente e dovresti immediatamente muovere per metterti ai ripari.
I VINCITORI
Fermo restando che all’inizio ci sarà caos, confusione e anche qualche fallimento, in tutto questo cambiamento del nostro paese, secondo me, ci saranno dei vincitori :
a) Chi ha grossi capitali in valuta forte all’estero
b) Le aziende eccellenti del turismo e chi possiede attività sane in località turistiche
c) Le aziende agroalimentari italiane di eccellenza (inizialmente soffriranno ma poi saranno avvantaggiate in quanto esporteranno più facilmente e avranno meno concorrenza).
d) Chi esporta una parte importante del suo fatturato
e) Discount di qualità
f) Chi possiede terreni agricoli che vedranno il loro valore aumentare a causa del maggior valore dell’agroalimentare del nostro paese.
g) Chi possiede terreni e proprietà nei nuovi paesi in via di sviluppo (Vietnam, Indonesia, Messico, Pakistan, ecc).
h) Le aziende che producono energia alternativa o la sua componentistica (pannelli solari, ecc).
i) Le aziende come E-Bay che potrebbero tornare in auge (nell’ultimo anno E-Bay ha aumentato il suo valore del 70%).
j) Chi essendosi indebitato in Euro dovesse avere introiti in valuta estera ( i debiti in Euro tenderanno a perdere valore).
I PERDENTI
a) Se hai dei BTP sappi che è come se ti trovassi al tavolo del casinò pieno di fiches. Se continui a giocare potresti anche fare dei guadagni, ma sappi che rischi di essere spennato. Nel secondo scenario c’è che perdi il 75% del capitale...
b) Chiunque possieda titoli azionari: la maggior parte dei titoli azionari andranno ancora sotto il loro valore di oggi, a meno che non siano sostenuti da fondamentali forti, cioè sono aziende che fanno un sacco di utili.
c) Chi non possiede valuta estera.
d) Chi non è in grado di generare valore per il proprio cliente o datore di lavoro, un valore reale, concreto e tangibile, non un titolo di studio, non un concorso ma:
- Sono in grado di farti vendere di più
- Sono in grado di farti risparmiare
- Sono in grado di farti trovare nuovi clienti
- Sono in grado di fare delle innovazioni che avranno in grande valore
e) Le aziende dell’immobiliare o legate ad esso. Molte falliranno anche prima dei due scenari. Se nessuno dei due scenari legati alla rottura dell’Euro dovesse avvenire, il prezzo degli immobili nel nostro paese è destinato a calare di almeno un 20%. Consiglio per chi è nell’immobiliare: monetizza il magazzino finché sei in tempo.
f) Chi ha già una situazione finanziaria difficile, così come l’organismo deperito dalla malattia che si trovi costretto ad affrontare una prova fisica molto difficile, non riuscirà a sopravvivere.
ESSERE PRONTI COME IMPRESA
Fermi restando tutti i consigli di cui sopra, vediamo come devi essere tu come impresa per affrontare la presente situazione finanziaria:
a) Se c’è una certezza in questi due scenari è che per un bel po’ di tempo non vedremo credito concesso alle imprese. Quindi devi essere in grado di produrre da solo il cash che ti serve. Non entrare nella tormenta con il cash flow negativo (non ce la fai a star dietro alle spese correnti) ma ristruttura o ripensa l’impresa. Stai pronto all’urto.
b) Costruisciti delle riserve strategiche (e legali) al sicuro per poter far fronte ad eventuali mancanze di liquidità o a blocchi dell’operatività bancaria.
c) Immagina che cosa faresti nel caso in cui la tua azienda perdesse dalla sera alla mattina il 50% del suo fatturato. Abbi pronto un piano di contingenza che non preveda che arrivi un principe azzurro con qualche milione di euro a salvarti.
d) Se sei industria e produci fai un piano di contingenza per l’energia. Abbi un sistema per approvvigionarti a basso costo. Non dovesse succedere niente, migliorerai comunque l’efficienza.
e) Abbi un piano di contingenza per le forniture che acquisti all’estero.
f) Senza demotivare nessuno, preparati un piano per coinvolgere i tuoi uomini migliori in un nuovo progetto. Ragiona su nuovi inquadramenti, nuovi rapporti. Sappi che comunque si evolverà il mercato, anche nella crisi più nera, le risorse umane di qualità finiranno con il vincere sempre. Non lasciare che la crisi disperda le tue risorse umane di qualità.
g) Investi su te stesso: diventa un manager migliore. Fare impresa diventa sempre più difficile. Gli investimenti nella conoscenza e nelle abilità manageriali avranno sempre un grande valore.
IL FUTURO
Fermo restando che non sono un indovino e men che meno un economista, io spero che niente di quello che ho scritto in questo articolo accada e che arrivi un bel principe azzurro a salvare l’Europa, il governo, l’Euro, i BTP, il sistema di Welfare del nostro paese, e tutto si sistemi; che le banche riprendano a finanziare le imprese, che le case continuino ad aumentare il loro valore e che noi si possa continuare all’infinito a vivere bene, anzi a vivere al di sopra delle nostre possibilità.
A poter pagare stipendi dignitosi (4 volte quelli dei Cinesi) a neo-laureati che sanno molto meno dei loro colleghi asiatici e vogliono lavorare solo 40 ore la settimana, a poter avere un’amministrazione pubblica inefficiente, a poter garantire il lavoro per sempre ad una persona e a bastonare qualsiasi imprenditore che volesse ridurre il personale.
Ma so che tutte queste sono solo illusioni.
Se c’è una cosa di cui stare certo è che il cambiamento arriverà.
E, come al solito, dopo la tempesta e lo scomforto, arriveranno anche momenti di grande prosperità.
Fine delle farneticazioni
Paolo Ruggeri
In caso di spaccatura dell’Euro gli scenari più verosimili sarebbero due:
a) O la Germania esce “dall’alto” e ritorna al Marco Tedesco lasciando noi e gli altri PIIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna + Italia, i paesi con le finanze peggiori dell’unione) in un Euro di “serie B” (“Euro Piigs”) che, seppur svalutato, ci permetterebbe di stampare denaro per pagare i nostri debiti pubblici e tentare di rilasciare la crescita.
oppure
b) Noi usciamo “dal basso” e torniamo alla Lira con conseguente default e ristrutturazione del debito pubblico.
Gli effetti dello scenario A):
Inizialmente ci sarebbe un po’ di panico dovuto al desiderio di chi ha denari di portarli all’estero o di cambiarli in valute percepite forti (Dollari, Franchi o Marchi) e quindi dovrà esserci un qualche tipo di restrizione ai trasferimenti valutari messa in atto per qualche mese, fino a quando il cambio non si stabilizzi.
L’euro di serie B si svaluta nei confronti del Dollaro Usa, Marco Tedesco, Franco Svizzero, Renmibi e Yen e perde subito circa il 30% del suo valore e nel corso di un anno va in un rapporto di 1 a 2.
Per esempio:
Data di uscita dall’euro 1 Euro Piigs = 1 Marco Tedesco
L’indomani: 1 Euro Piigs = 0,70 Marchi Tedeschi
A 12 mesi: 1 Euro Piigs = 0,50 Marchi Tedeschi
La stessa cosa avverrebbe nei confronti di Usa, Svizzera, Giappone e Cina.
Conseguenze dello scenario A:
I prodotti tedeschi (auto, ecc) americani, e svizzeri costeranno molto di più e diventeranno improponibili per una parte importante della nostra popolazione. Le importazioni di tutti i prodotti made in Germany (Siemens, ecc) diventeranno molto più costosi.
Paradossalmente marche auto nazionali quali Fiat ne avrebbero un vantaggio così come tutte le imprese che sono concorrenti con le imprese di quei paesi. Le importazioni cinesi sarebbero meno competitive così come sarebbero più competitive le nostre esportazioni verso Germania, Svizzera e Usa.
Chi ha debiti in Dollari se li vedrebbe raddoppiati nel giro di un anno.
La benzina (che è generalmente prezzata in dollari) aumenterebbe in modo deciso rendendo l’auto proibitiva per la fascia diciamo "bassa" del mercato. 1 Litro di Benzina = 4 euro Piigs. La fascia bassa della popolazione userebbe meno l’auto. L’Energia aumenterebbe di molto.
L’aver prelevato denaro contante (Euro) dalle banche, prima della rottura della zona Euro, non metterà il correntista al sicuro dalla svalutazione. Sarà infatti la Germania a lasciarci e noi ci terremo gli Euro che diventeranno a tutti gli effetti “Euro Piigs”. Per stabilizzare il cambio non appena ci sia stato il cambiamento, è probabile che i conti correnti in valuta estera presso banche italiane siano convertiti d’ufficio in “Euro Piigs” al fine di evitare speculazioni e corse all’acquisto di valute estere.
Sarà chiaramente avvantaggiato chi avrà costituito depositi in valuta estera fuori dal paese (da qui la grande corsa da parte di tutti i grandi patrimoni verso l’estero di queste settimane).
Nonostante un primo crollo della borsa (come si fa a fare peggio di adesso?), poi la situazione si stabilizzerebbe e le cose pian piano inizierebbero a migliorare.
Gli effetti dello scenario B):
Il ritorno alla Lira italiana, dal mio punto di vista, sarebbe decisamente più drammatico, almeno nella sua fase iniziale. Infatti questo scenario potrebbe avvenire per una di queste due ragioni:
1) Caos, rivolte, ecc (vedi Argentina del 2000 o proteste di piazza della Grecia) con conseguente rifiuto del governo di continuare nelle misure di austerità imposte dalla Germania.
Nonostante questo non è lo scenario di oggi, è quello che inevitabilmente accadrà nel momento in cui continuassimo a lasciare peggiorare la presente situazione senza fare dei cambiamenti e seguendo quanto ci è imposto da Berlino. Le imprese chiudono, la gente soffre, finisce che la gente si incazza e la situazione va fuori controllo.
2) Assalto agli sportelli bancari dei correntisti che vogliono prelevare tutto il denaro, il che causa il congelamento dei conti correnti (il famoso “corrallito” argentino), il fallimento di alcune banche e il default dell’Italia. Questo scenario potrebbe anche venire generato da un “default a catena” degli istituti bancari europei (Fallisce la spagnola Bankia, che a sua volta fa fallire altre banche spagnole, che tirano dentro le tedesche, ecc)…
Se prendiamo a spunto ciò che successe in Argentina nel 2000, i primi passi di una situazione del genere sarebbero:
a) Il governo blocca tutti i prelievi di contante o i trasferimenti di denaro all’estero da qualche settimana prima del passaggio alla nuova moneta o li riduce decisamente. (Max prelievo 100 euro al giorno) così come i trasferimenti di valuta all’estero.
b) Il Governo annuncia il ritorno alla Lira. Tutti i depositi e titoli di debito vengono trasformati in lire. Tutti i mutui tornano in Lire. Qualsiasi deposito in valuta estera (Franchi, Dollari, ecc) presente in una banca italiana viene trasformato per decreto in lire italiane.
1 Lira = 1 Euro
c) La nuova Lira si svaluta immediatamente:
1 Lira = 0,70 Euro, subito
1 Lira = 0,50 Euro, entro un anno
d) Il governo fa default sul debito pubblico non avendo più euro e non potendo rifinanziarsi. Nessuno presta denaro a uno stato messo come il nostro. Ci saranno lunghe trattative sul debito pubblico e alla fine l’Italia rinegozierà un pagamento al 25% del valore facciale dei BTP.
e) Ne consegue un grande caos in quanto lo stato andrebbe in bancarotta non solo sul debito pubblico ma, nei primi mesi, avrebbe problemi a pagare pensioni, dipendenti pubblici, ecc. La benzina costerebbe 4 lire al litro, tutti i prodotti da importazione raddoppierebbero i prezzi, fallimenti a catena di tutte quelle aziende che non fanno con l’export una parte del proprio fatturato.
f) La cosa peggiore: scene di panico e possibili rivolte.
A breve probabilmente avremo un trailer di tutto questo film, quando la Grecia si troverà costretta, come sembra ormai ineluttabile, ad abbandonare la moneta unica.
Fermo restando che in una situazione del genere, molto dipenderebbe da come viene gestita da chi è alla guida del paese, una volta assestatosi, questo scenario potrebbe comportare:
Benzina a 4 nuove Lire (raddoppiata), alti prezzi dell’energia, alti costi delle materie prime da importare.
Aumento delle esportazioni, aumento del turismo.
Aumento dell’imposizione fiscale sui patrimoni (di qualsiasi tipo e dimensione) e sui consumi (IVA) da parte di uno stato che avrà difficoltà a pagare i propri dipendenti. Riduzione della forza lavoro pubblica, riduzione del welfare (sistema sanitario, ecc) e delle pensioni da parte di uno stato senza soldi. Criticismo e attacco nei confronti della persona benestante che nell’immaginario collettivo verrà vista come un “profittatore”, un “evasore”, “qualcuno che ruba”.
Fallimenti o forte sofferenza di tutte quelle imprese che non fanno all’estero almeno una parte del proprio fatturato.
Contrazione del PIL di almeno una decina di punti percentuali.
I tribunali paralizzati dalle cause civili per fallimenti. Alcune banche verrebbero probabilmente nazionalizzate.
Qualche anno dopo questo scenario le cose migliorerebbero: le imprese aiutate dalla svalutazione della lira aumenterebbero le esportazioni, si tornerebbero ad abbassare le tasse, si sarà rinegoziato il debito pubblico, le imprese estere visto il basso costo del lavoro (e se il governo attuasse alcune modifiche sostanziali) potrebbero anche decidere di tornare a investire in Italia.
In uno scenario del genere sarà avvantaggiato chi ha prelevato gli euro dai conti correnti (potrà cambiarli in Lire in seguito guadagnandoci), chi avrà costituito riserve valutarie all’estero. I BTP italiani varranno come quelli Greci o Argentini (25% di quello che valgono ora). L’evoluzione del valore degli immobili è un rebus.
SEGNALI CHE POTREBBERO GUIDARCI
Prevedere il futuro è impossibile.
Però una cosa è certa:
a) L’Italia non è in grado di andare avanti all’infinito finanziandosi al 6%
b) Le presenti politiche fiscali dello stato e creditizie del mondo bancario stanno distruggendo l’economia e ci stanno portando sempre di più ad assomigliare alla Grecia. Questo è un danno per le imprese e per i cittadini ma diventa ben presto anche qualcosa di insostenibile anche per lo Stato che non solo incassa meno tasse e meno Iva ma deve farsi carico di tutti i costi delle mobilità e delle casse integrazioni… Per quanto ancora riuscirà ad andare avanti?
Ne consegue che ben presto, se non vuole fallire, lo Stato Italiano dovrà muovere: o convince la Germania a unificare il debito pubblico dei vari paesi o, se la Germania si ostina a non volerlo fare, dovrà scegliere uno dei due scenari di cui sopra. Questa mossa potrebbe essere rallentata da un ennesimo LTRO (la Bce presta denaro in modo illimitato alle Banche Europee perché comprino titoli di stato dei Piigs) possibile per fine Giugno/Inizio Luglio che potrebbe far guadagnare altri tre/quattro mesi, poi tutto torna come prima.
Lo scenario più verosimile, e più saggio, a mio avviso dovrebbe essere quello di una Germania che torna al Marco Tedesco ma la Germania ha grandi resistenze a farlo e preferisce rimanere “Regina in un paese di straccioni”. Difficilmente si farà forzare a farlo in quanto fino all’ultimo perseguirà il suo interesse piuttosto che l’interesse dell’Europa e quindi, più passa il tempo, più si torna allo scenario B: noi che usciamo “da sotto” e torniamo alla Lira.
Comunque vada, lo spartiacque a mio avviso sarà costituito dallo Stato Italiano che approva un qualche tipo di legge che blocca o rende più difficili i trasferimenti di valuta. Quando quella misura dovesse essere varata, sappi che il peggio sarà imminente e dovresti immediatamente muovere per metterti ai ripari.
I VINCITORI
Fermo restando che all’inizio ci sarà caos, confusione e anche qualche fallimento, in tutto questo cambiamento del nostro paese, secondo me, ci saranno dei vincitori :
a) Chi ha grossi capitali in valuta forte all’estero
b) Le aziende eccellenti del turismo e chi possiede attività sane in località turistiche
c) Le aziende agroalimentari italiane di eccellenza (inizialmente soffriranno ma poi saranno avvantaggiate in quanto esporteranno più facilmente e avranno meno concorrenza).
d) Chi esporta una parte importante del suo fatturato
e) Discount di qualità
f) Chi possiede terreni agricoli che vedranno il loro valore aumentare a causa del maggior valore dell’agroalimentare del nostro paese.
g) Chi possiede terreni e proprietà nei nuovi paesi in via di sviluppo (Vietnam, Indonesia, Messico, Pakistan, ecc).
h) Le aziende che producono energia alternativa o la sua componentistica (pannelli solari, ecc).
i) Le aziende come E-Bay che potrebbero tornare in auge (nell’ultimo anno E-Bay ha aumentato il suo valore del 70%).
j) Chi essendosi indebitato in Euro dovesse avere introiti in valuta estera ( i debiti in Euro tenderanno a perdere valore).
I PERDENTI
a) Se hai dei BTP sappi che è come se ti trovassi al tavolo del casinò pieno di fiches. Se continui a giocare potresti anche fare dei guadagni, ma sappi che rischi di essere spennato. Nel secondo scenario c’è che perdi il 75% del capitale...
b) Chiunque possieda titoli azionari: la maggior parte dei titoli azionari andranno ancora sotto il loro valore di oggi, a meno che non siano sostenuti da fondamentali forti, cioè sono aziende che fanno un sacco di utili.
c) Chi non possiede valuta estera.
d) Chi non è in grado di generare valore per il proprio cliente o datore di lavoro, un valore reale, concreto e tangibile, non un titolo di studio, non un concorso ma:
- Sono in grado di farti vendere di più
- Sono in grado di farti risparmiare
- Sono in grado di farti trovare nuovi clienti
- Sono in grado di fare delle innovazioni che avranno in grande valore
e) Le aziende dell’immobiliare o legate ad esso. Molte falliranno anche prima dei due scenari. Se nessuno dei due scenari legati alla rottura dell’Euro dovesse avvenire, il prezzo degli immobili nel nostro paese è destinato a calare di almeno un 20%. Consiglio per chi è nell’immobiliare: monetizza il magazzino finché sei in tempo.
f) Chi ha già una situazione finanziaria difficile, così come l’organismo deperito dalla malattia che si trovi costretto ad affrontare una prova fisica molto difficile, non riuscirà a sopravvivere.
ESSERE PRONTI COME IMPRESA
Fermi restando tutti i consigli di cui sopra, vediamo come devi essere tu come impresa per affrontare la presente situazione finanziaria:
a) Se c’è una certezza in questi due scenari è che per un bel po’ di tempo non vedremo credito concesso alle imprese. Quindi devi essere in grado di produrre da solo il cash che ti serve. Non entrare nella tormenta con il cash flow negativo (non ce la fai a star dietro alle spese correnti) ma ristruttura o ripensa l’impresa. Stai pronto all’urto.
b) Costruisciti delle riserve strategiche (e legali) al sicuro per poter far fronte ad eventuali mancanze di liquidità o a blocchi dell’operatività bancaria.
c) Immagina che cosa faresti nel caso in cui la tua azienda perdesse dalla sera alla mattina il 50% del suo fatturato. Abbi pronto un piano di contingenza che non preveda che arrivi un principe azzurro con qualche milione di euro a salvarti.
d) Se sei industria e produci fai un piano di contingenza per l’energia. Abbi un sistema per approvvigionarti a basso costo. Non dovesse succedere niente, migliorerai comunque l’efficienza.
e) Abbi un piano di contingenza per le forniture che acquisti all’estero.
f) Senza demotivare nessuno, preparati un piano per coinvolgere i tuoi uomini migliori in un nuovo progetto. Ragiona su nuovi inquadramenti, nuovi rapporti. Sappi che comunque si evolverà il mercato, anche nella crisi più nera, le risorse umane di qualità finiranno con il vincere sempre. Non lasciare che la crisi disperda le tue risorse umane di qualità.
g) Investi su te stesso: diventa un manager migliore. Fare impresa diventa sempre più difficile. Gli investimenti nella conoscenza e nelle abilità manageriali avranno sempre un grande valore.
IL FUTURO
Fermo restando che non sono un indovino e men che meno un economista, io spero che niente di quello che ho scritto in questo articolo accada e che arrivi un bel principe azzurro a salvare l’Europa, il governo, l’Euro, i BTP, il sistema di Welfare del nostro paese, e tutto si sistemi; che le banche riprendano a finanziare le imprese, che le case continuino ad aumentare il loro valore e che noi si possa continuare all’infinito a vivere bene, anzi a vivere al di sopra delle nostre possibilità.
A poter pagare stipendi dignitosi (4 volte quelli dei Cinesi) a neo-laureati che sanno molto meno dei loro colleghi asiatici e vogliono lavorare solo 40 ore la settimana, a poter avere un’amministrazione pubblica inefficiente, a poter garantire il lavoro per sempre ad una persona e a bastonare qualsiasi imprenditore che volesse ridurre il personale.
Ma so che tutte queste sono solo illusioni.
Se c’è una cosa di cui stare certo è che il cambiamento arriverà.
E, come al solito, dopo la tempesta e lo scomforto, arriveranno anche momenti di grande prosperità.
Fine delle farneticazioni
Paolo Ruggeri
Newsletter
Desideri rimanere aggiornato sui temi del management e della gestione d'impresa?
Iscriviti ora alla nostra Newsletter. Condividi la conoscenza e scopri come migliorare stabilmente le tue performances aziendali.