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15/01/2020
15 anni fa lasciavo la Chiesa di Scientology
Nei commenti di un post recente esortavo una persona a guardare a quello che dicevo anche con un po’ di scetticismo e di dissenso. Il motivo di questo mio invito risiede nel mio passato.
I miei trascorsi giovanili, infatti, includono anche la partecipazione ai corsi di Ron Hubbard. Ci entrai da ragazzo appassionato da quello che rappresentava per la spiritualità e dai suoi messaggi positivi relativamente al voler cambiare il mondo.
Dopo un po’ di anni mi accorsi che non era proprio a quel modo ma che quella che era l’ondata New Age che l’aveva lanciata negli anni ’70 e ’80 si era trasformata in una rigida azienda che cercava ogni modo possibile per far soldi.
Fu un’esperienza da cui imparai molto: non esistono i guru, non bisogna mai lasciarsi coinvolgere animo e corpo in un movimento religioso, politico o sociale che sia ma mantenere una sana dose di scetticismo e di dissenso, la ricerca della spiritualità non ha un padrone o un creatore ma deve essere un processo lasciato libero da percorrere ai singoli individui.
E fu anche l’occasione per beccarmi il mio primo marchio da cattivo: mi dichiararono “persona soppressiva” e quasi tutti i miei “amici” di allora si staccarono da me e dalla mia famiglia “a causa della mia decisione sciagurata ed eretica”.
Nonostante ciò non mi sono mai pentito. Non serbo rancore verso scientology o verso le persone che ai tempi cercarono di danneggiarmi e rimango fermamente convinto che a loro volta prima o poi troveranno la loro strada.
Il monito del maestro zen "Se incontri il Buddha per la strada uccidilo!" insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno a noi. “Uccidere il Buddha quando lo si incontra” significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro.
I miei trascorsi giovanili, infatti, includono anche la partecipazione ai corsi di Ron Hubbard. Ci entrai da ragazzo appassionato da quello che rappresentava per la spiritualità e dai suoi messaggi positivi relativamente al voler cambiare il mondo.
Dopo un po’ di anni mi accorsi che non era proprio a quel modo ma che quella che era l’ondata New Age che l’aveva lanciata negli anni ’70 e ’80 si era trasformata in una rigida azienda che cercava ogni modo possibile per far soldi.
Fu un’esperienza da cui imparai molto: non esistono i guru, non bisogna mai lasciarsi coinvolgere animo e corpo in un movimento religioso, politico o sociale che sia ma mantenere una sana dose di scetticismo e di dissenso, la ricerca della spiritualità non ha un padrone o un creatore ma deve essere un processo lasciato libero da percorrere ai singoli individui.
E fu anche l’occasione per beccarmi il mio primo marchio da cattivo: mi dichiararono “persona soppressiva” e quasi tutti i miei “amici” di allora si staccarono da me e dalla mia famiglia “a causa della mia decisione sciagurata ed eretica”.
Nonostante ciò non mi sono mai pentito. Non serbo rancore verso scientology o verso le persone che ai tempi cercarono di danneggiarmi e rimango fermamente convinto che a loro volta prima o poi troveranno la loro strada.
Il monito del maestro zen "Se incontri il Buddha per la strada uccidilo!" insegna a non cercare la realtà in ciò che è esterno a noi. “Uccidere il Buddha quando lo si incontra” significa distruggere la speranza che qualcuno all'infuori di noi possa essere il nostro padrone. Nessun uomo è più grande di un altro.
Paolo Ruggeri
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